intramundi trekking
Siamo in luglio, è sabato mattina, minaccia pioggia nel pomeriggio ma da giorni abbiamo deciso di andare alla scoperta di almeno un nuovo pezzettino del nostro appennino modenese: il Monte Giovo.
Partiamo in macchina. Marco guida, io davanti con le Nane (Macchia e Mirtilla) e Freyja dietro sdraiata se la dorme. Quando si dice “Vita da cani”…
Passando per Pievepelago arriviamo al parcheggio (a pagamento) del Lago Santo. Una volta arrivati vinciamo la tentazione di andare ad ammirare subito le rive del lago e i suoi colori vivaci e ne seguiamo invece la sponda orientale transitando presso i rifugi Marchetti e Giovo. Godiamo degli ultimi scorci sul bellissimo Lago Santo, col segnavia 529, penetriamo nel fitto della faggeta.
Saliamo per circa 20/30 minuti e poco più in alto i faggi lasciano spazio ad ampie radure e a gruppi di abeti.
Con scarso dislivello raggiungiamo il Passo della Boccaia (m 1587), importante crocevia di numerosi sentieri. In questa radura godiamo dello splendido paesaggio e ne approfittiamo per fare una sosta e scattare qualche foto.
Proseguiamo lungo il sentiero 529, facile e alla portata di tutti, attraversando magnifici paesaggi e distese erbose.
Le nuvole creano dei chiaro scuri pazzeschi e il verde dei prati e dei boschi cambia continuamente colore.
Prima di giungere sul crinale in coincidenza del Colle Bruciata (m 1700) attraversiamo una fitta boscaglia con qualche asperità.
Giunti al crocevia prendiamo il sentiero di crinale a sinistra (segnavia 00), qui la strada si fa più ripida e alterna tratti erbosi ad altri sassosi, è necessaria qualche sosta per riprendere fiato e per coprirci visto che il tempo è cambiato ed un forte vento si è alzato.
Entriamo letteralmente dentro a banchi di nuvole che viaggiano a gran velocità!
Qui, viviamo un’esperienza unica: camminiamo letteralmente in mezzo alle nuvole.
Queste non curanti di noi ma neppure del monte corrono veloci trasportate dal vento e ci fanno sentire un po’ come Messner sull’Everest.
Dopo mezz’ora abbondante di salita ecco infine la croce Scout che segna la cima del monte Giovo. Il vento si è un po’ quietato e riusciamo a godere del panorama mozzafiato che abbraccia in un’unica visione sia il Lago Santo che il Baccio. Chiediamo a un gruppo di giovani poco più che ventenni di farci una foto.
Non c’è un grande spiazzo per sdraiarsi vicino alla croce ed inoltre Macchia non lascia in pace i gentili fotografi, così proseguiamo sul sentiero di crinale 00 fino al sentiero 525 anche chiamata “la direttissima”. Come intuite dal nome, servono gambe e ginocchia buone, infatti questa discesa (a tratti a gradoni di pietra alti 1 metro) ci ha procurato nei giorni successivi un bel mal di gambe!!!
In alternativa a questo sentiero, che noi abbiamo preferito visto l’avvicinarsi di un bel temporale estivo, si può allungare un po’ il giro tornando sui propri passi sul sentiero di crinale 00 fino a incrociare il sentiero 527 che riporta al passo della Boccaia.
La discesa è stata dura ma la fatica ti obbliga a fermarti godendo così di una quiete infinita che riempie l’anima.
La croce si allontana e si avvicina il lago ai nostri occhi. Le persone iniziano ad avere dimensioni normali e non più piccoli puntini colorati. Le voci prendono il posto del silenzio ed è così che rientri, dopo un giro di 3 ore e mezzo, in mezzo agli uomini, nel mondo comune.
Dislivello complessivo: 531 m
Acqua: solo alla partenza
Cibo: ci sono diversi rifugi affacciati sul Lago Santo quindi il cibo sarà l’ultimo dei vostri problemi.